Verso Dos d'Ane
Partiamo con tutta la calma del mondo per quella che sulla carta si direbbe una tappa facile.
Il crinale da discendere verso Dos d'Ane si rivela un susseguirsi di saliscendi tra le radici dei tamarindi aggrappati al ciglio della cresta; a nord i pendii scendono dolcemente verso la costa, dall'altra parte il precipizio che si affaccia sul Circo del Mafate con i suoi profili affilati.
Tre ore di marcia, dall'alto si intravedono già i tetti delle fattorie del paese sparse sull'altopiano quando il silenzio viene interrotto da uno -Stooock!- -Stump!- -UUUUaaaah!-
Francesca è rovinata al suolo.
Persino uno dei suoi fedeli bastoncini, come la sua caviglia destra, si piegato a "L".
Sento l'urlo e con il cuore in gola balzo come una lince in suo soccorso.
Attimi di panico, si teme il peggio, frattura? distorsione? riuscirò a trascinarla fino al paese? Ho ancora i brividi a pensarci.
Dopo 5 minuti psicologici e con numerose smorfie Francesca prova a rimettersi in piedi; nelle mani stringe le manopole dei bastoncini come il capitano di una nave col suo timone.
Sembra in grado di affrontare la tempesta.
L'ultima ora di cammino per ridiscendere il mezzo chilometro di sentiero che serpeggia fino a Dos d'Ane. Là potremo trovare una farmacia.
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