sabato 13 settembre 2008

Reunion, GR2, giorno 6°

Da Roche Plate a Marla


Forse è per l'avvicinarsi del week-end però i sentieri di queste comunità montane pullulano sempre più di formidabili e preparatissimi sky-runner. Lanciati sui pendii con orologio-cronometro-barometro, zainetto-borraccia con cannuccia, tutina cromatica Decathlon e berretto, li senti arrivare come delle locomotive alle tue spalle, ti fai da parte e in 4 balzi e un bonjour sono spariti dietro la curva; sono i concorrenti che si preparano per il grande palio di Novembre, tutto il GR2 (più o meno 130km e 7000m di dislivello) in meno di 18 ore. Pazzi.
Risaliamo i pendii verdeggianti della conca del villaggio di Roche Plate fino a un passo; davanti a noi ancora una volta si apre il profondo baratro della valle del riviere des Galets.
Una mente diabolica ha concepito il tracciato di un sentiero che senza compromessi precipita in un turbinio di tornanti e risale dall'altra parte; il paesino di Nouvelle è davanti a noi, letteralmente a un tiro di fionda, peccato che in mezzo ci sia il fiume che scorre 800m più in basso.

Scendiamo mestamente e risaliamo guardandoci le punte delle scarpe.
Qualche scaletta e le zeta intagliate nella roccia detritica aiutano la progressione nei punti più ripidi; più in alto dove la scarpata della valle è meno ripida ricompaiono gli alberi fra i cui rami, sulle loro straordinarie e avveneristiche tele, si stagliano decine e decine di ragni Babouk (Nephila inaurata); per fortuna se ne stanno fermi al centro del loro reticolo di linee in attesa di qualche sventurato insetto alato.
Tra sbuffi e sudore raggiungiamo il tradizionale altarino con le madonnine che annunciano la fine del supplizio. Il potere delle statuine della Vergine deve godere di una qualche proprietà additiva perchè queste compaiono sempre a decine, tutte in piedi come delle piccole squadre di calcio.

Eccoci quindi a Nouvelle con i suoi praticelli verdi, la meritata birra fresca e il chiosco bar all'aperto con il disco-raggae che esce dagli altoparlanti.

La voglia di sbracarsi a pelle d'orso sull'erba soffice e lì addormentarsi è tanta, ma ci aspettano ancora un paio d'ore di cammino per Marla e il cielo, come ogni pomeriggio, si sta coprendo minacciosamente.

Cadono già le prime gocce quando percepisco un vago e impercettibile fastidio che accompagna la flessione del ginocchio destro.
Arriviamo a Marla sotto una pioggia battente. Corriamo al riparo nella nostra Gite e ci togliamo l'umidità dei vestiti di dosso. Per cena decidiamo infine di rinunciare all'ennesimo piatto di riso, legumi e salsiccette a-la-Reunionaise che ci accompagnano da tre o quattro giorni e ci riempiamo lo stomaco a colpi di pane e scatolame.

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