13 Novembre
Kathmandu 1340 m
Oggi giorno di svacco, e shopping. Ci dirigiamo a piedi verso Patan, la seconda città della valle conurbanizzata con Kathmandu; dalla cartina saranno una manciata di kilometri, ma finiamo per perderci nel degrado periferico per le sterrate tortuose e sporche che non si capisce dove portino; ci mettiamo più di un’ora per raggiungere il centro.
Durbar Square (anche qua), la piazza principale è un susseguirsi di templi, chorten e stupa di ogni calibro e dimensione; qui incontriamo di nuovo Eyan, l’israeliano solitario conosciuto sulle falde dell’Annapurna e passiamo la giornata con lui per le strade con un’ora di relax sulla terrazza del Cafè du Patan.
L’atteso shopping a Patan non è in realtà così attrattivo; decine di botteghe vendono statue di budda in oro e argento, ma è tutta roba per gli altari delle case nepalesi, come si fa a portarsi in aereo quindici chili di metallo?
Una corsa su uno dei famosi “Tuc Tuc ”, pulmini privati stracarichi i gente che sono poi l’evoluzione dei “Tempo”, e siamo di nuovo a Kathmandu pronti per l’acquisto di maglioni, maschere, collane, confezioni di tè & marionette. Verso sera sono più stanco che dopo una tappa dell’Annapurna; e affamato. Ora scrivo, sazio, di fronte all’ultima tazza di tè del Typical Nepali Restaurant in un vicolo di Thamel serviti e riveriti dal giovanissimo cameriere che a voglia di raccontarci quello che gli piacerebbe fare da grande.
A fianco di Gompo Dallo Sguardo Fiammeggiante compaiono ora nel mio esercito Bairab La Furia Diabolica e Garula & Komani, le streghe gemelle armate con i loro pungoli.
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