sabato 19 dicembre 2009

7. Nepal 2003 - diario di un viaggio - Quota 4000


1 Novembre - pranzo

Yak Kharka 4000 m

Allo Yak Lodge oltre ai tavolini e le sedie hanno anche le sdraio per prendere il sole che brilla alto nel cielo. Siamo saliti da Manang per un sentiero di terra arida e sassi; sono rimasti gli arbusti spinosi e qualche albero solitario su un crinale, per il resto solo rocce scure; lontano in alto il ghiaccio.

I nepalesi che si vedono quassù sono solo i gestori dei lodge e dei batthi, raramente a qualche bancarella di collane e bracciali; il resto dei bipedi sono occidentali e portatori.

A questo proposito è oramai opportuno esporre una breve descrizione della tipologia di trekker che calpesta queste terre.


IL TREKKER IN NEPAL

  • Il solitario . Detto anche - le solitaire- perché di solito o comunque a prima vista è francese, va in giro con uno zainetto piccolissimo senza guida né portatori; pantaloni consunti, scarpe bohemien, maglietta bianca con la scritta di qualche paese lontano unico ricordo del viaggio precedente, una camicia a quadri; ha raggiunto il Nepal con qualsiasi mezzo che non sia un aereo, in autobus, in bici, a piedi o in autostop. La sa lunghissima sugli usi e costumi di ogni parte del mondo, parla di donne con i soldati ai posti di blocco, è notoriamente spilorcio, non rifiuta mai se gli offri qualcosa; è partito almeno un anno fa, manda una email al mese al fratello sperso in un altro angolo del pianeta; si sveglia presto la mattina, mangia una mela, contratta ancora sul prezzo, poi parte.
  • I compaesani . Solitamente di origine italica i 4 amici d’infanzia sono eccitati dal primo all’ultimo minuto del loro viaggio. Perennemente di buon umore parlano ad alta voce, ridono, scherzano, si fanno il solletico, ti salutano con tono cordiale e burlesco. Attenti seguaci delle tradizioni locali hanno al seguito un nutrito gruppo di guide & portatori ai quali impartiscono continue lezioni di italiano. In serata nei momenti conviviali si promuovono a stendardo delle patrie lontane radici citando ricette piemontesi e formazioni di squadre di serie A. Estraggono parmigiano e grappa dallo zaino, scattano foto di gruppo e nei momenti di maggiore ilare socialità intonano –no non saraaàà.. un’avventuraaa…
  • Il Commando Australo-Americo-Canadese. Si sono conosciuti attraverso internet e si sono incontrati la prima volta all’aeroporto di Kathmandu. I tre esemplari del Commando sono maschi tra i 25 e i 35 anni. Hanno ai piedi grossi scarponi ramponabili che non tolgono neanche di notte, corrono in salita e saltano i gradini in discesa; marciano a 200 metri l’uno dall’altro, parlano poco. Quando si fermano per una pausa tengono impazienti un occhio sull’orologio, l’altro sul barometro tamburellando il display del GPS con le dita; non si fermano ai batthi, non si siedono ai tavoli, non consumano riso; si danno appuntamento per riunirsi nel tardo pomeriggio in una radura segnata sulla mappa, si lavano nel fiume, rubano una mela dal campo oltre il muretto e ripartono di fretta.
  • La legione francese è costituita da 10-20 trekker o come piace farsi chiamare grimpeurs du mont; parlano sempre e solo in francese e indossano perennemente occhiali da sole così non solo è difficile comprendere la loro domanda, ma anche capire a chi è rivolta. Hanno serie difficoltà con l’inglese arrivando ad avere problemi nell’associazione di termini come shower e douche. Comunicano con il loro codazzo di portatori solo tramite l’interprete-guida nepalese naturalizzato presso la “Ecole Alpinistìc du Groenoble”.
  • La coppietta viaggia senza portatori né guida con due grossi zaini perfettamente bilanciati: 55% lui - 45% lei. Di estrazione sociale medio borghese sono indissolubilmente legati da anni di fidanzamento e da 7 volumi di foto ricordo scattate da ogni angolo del pianeta; generalmente di buon umore hanno la tendenza a socializzare con altre coppiette; lui porta l’acqua e i soldi, lei intrattiene le relazioni con le popolazioni indigene; lui guarda la mappa, lei studia la guida. Cenano a lume di candela e fanno sesso pudicamente e silenziosamente; non si baciano più in pubblico dai tempi del liceo, hanno stabilito che litigare non è eticamente riguardoso nei confronti delle etnie locali; hanno sempre un paio di sandali a testa che custodiscono gelosamente nel proprio zaino e che non presterebbero nemmeno al partner con il quale da tempo condividono kleenex e biancheria intima.
  • Il maratoneta. 35enne, bella presenza, è sposato con figli; passa l’estate con la famiglia a Cesenatico, poi finalmente in autunno si assenta per un mese in un altro continente. Da giovane giocava a pallacanestro, ha sempre amato la corsa campestre e avrebbe sempre voluto fare lo Scout. Cresciuto alpinisticamente sull’appennino romagnolo ha scoperto ben presto le dolomiti verso le quali ha tentato invano per anni di orientare gli interessi vacanzieri della moglie. Percorre il cammino himalayano a tappe forzate, ha un margine di mezza giornata per arrivare in tempo all’aeroporto di Kathmandu. Due volte a settimana comunica con la famiglia con una telefonata satellitare o con un fax. E’ un viaggiatore giudizioso e informato, sdrammatizza con modestia i dislivelli abominevoli a cui sottopone il suo organismo, ha una fobia innata per gli attacchi intestinali. Alcuni esemplari di maratoneta hanno particolare predilezione per le bellezze femminili locali, a volte le sposano e smettono di chiamare casa. Negli annali doganali nepalesi si possono rilevare sporadici casi del passaggio di esemplari di maratoneta femmina; in effetti un incontro con tale bipede è raro almeno quanto quello con lo Yeti e sicuramente è il maratoneta maschio ad aver sviluppato l’olfatto più fino per braccare la collega.
  • La comitiva è formata da una dozzina di gioviali quarantenni che hanno acquistato il pacchetto viaggio tutti insieme alla BORGHETTI&VIGIANI AVVENTURE PER IL MONDO. Compaiono da dietro il crinale a 3000 metri con i bermuda, il cappello a tese larghe con il logo della BORGHETTI&VIGIANI e la canotta di Emergency; utilizzano il mimo e le ombre cinesi per integrare le falle linguistiche lasciate dal loro inglese-bergamasco; sono convinti di saperla più lunga dei portatori per i sentieri e le scorciatoie, più lunga delle guide per il mal di montagna e le temperature; sono onniscienti per quanto riguarda flora&fauna si parli di grifone himalayano o della volpe del Valtellina.

Ovviamente io e Francesca non rientriamo in nessuna di queste categorie; noi siamo trekker di nuova generazione, altro smalto: quelli che si svegliano tardi , sono sprovvisti di orologio e hanno il barometro con le pile scariche. Però quando ingraniamo la marcia..

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