sabato 19 dicembre 2009

4. Nepal 2003 - diario di un viaggio - Kanigaon


26 Ottobre – pranzo

Vicino a Ngadi 890 m

Prima sosta in un batthi, il posto di ristoro. Il luogo è incantevole, giardino con recinto, aiuole con i fiori, tavolini con la verandina di paglia, tovaglie colorate, sedie in legno pitturato di azzurro, galline nepalesi che pascolano intorno e gattino nepalese che fa finta di essere una tigre saltando con agguato predatorio sulla gallina preda.

Il sentiero è piacevole, quasi sempre in piano lungo il corso del fiume Marsyangdi; risaie lungo la valle e sui terrazzamenti dei fianchi, casette con donne e bambini lungo la strada e sherpa stracarichi con le loro ceste porta-tutto o con due o tre zaini di qualche occidentale legati insieme.

27 Ottobre – mattina

Kanigaon 1280 m

Notte da tifoni quella appena passata; mentre noi ce ne stavamo raggomitolati nei sacchi a pelo nella stanzetta del Peaceful Hotel della contrada di Kanigaon; 24 case e circa 250 anime ci spiega uno dei ragazzi del lodge. Per arrivare fino a qui abbiamo dovuto insistere con il locandiere di Baundanda dove ci eravamo fermati per un the pomeridiano, visibilmente rammaricato per la nostra volontà di proseguire. – Volete arrivare a Kanigaon?- fa guardando l’orologio e scuotendo la testa – Nooo-. Sostiene fra l’altro che avremmo trovato i lodge pieni e infatti qui siamo soli insieme ai figli e ai nipoti della famiglia; il più grande, diciannovenne studia a Kathmandu ed è qui solo per la festività, (oggi è il giorno dedicato a fratelli & sorelle, le bambine si decorano con il tikka sulla fronte) – e ti piace vivere là?- gli chiediamo –No- risponde – meglio qua-.

Scopriamo che le scuole elementari sono quasi in ogni villaggio, una sorta di scuola media sta a Besi Sahar a un giorno di cammino. Per le scuole superiori c’è solo Kathmandu e Pokhara. Per terra sul sentiero abbiamo trovato un foglio di quaderno strappato con le lezioni di inglese per i bambini.

- pranzo

Chamje 1280 m

Abbiamo camminato tutta la mattina, c’è il sole e fa caldo, ci siamo fermati in un suggestivo batthi tutto colorato blu e viola all’imboccatura del ponte sospeso; aspettiamo i nostri momo , una sorta di ravioli ripieni di verdura.

Il sentiero corre dentro la gola scavata dal Marsyangdi fra le cascate degli affluenti e le pareti di roccia scura. Nel pittoresco villaggio di Jagat ci intratteniamo a parlare con la piccola Rita, una bimba di 10 anni che ci presenta, in inglese tutta la famiglia. Sono una delle due uniche famiglie cattoliche del villaggio in prevalenza di fede induista, così oggi Rita non ha il tikka marcato sulla fronte. Alla fine il papà ci fa vedere i braccialetti di fili colorati che produce, due dei quali sono ora ai nostri polsi.



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