6 Novembre - pranzo
Ieri sera dopo il gustosissimo piatto di chowmein c’è stato il momento televisione. La guesthouse è dotata di ogni sorta di elettrodomestico tra cui un frigorifero, un videoregistratore e un micro-onde usato come dispensa. Beh, tutta la famiglia tra cui la nonna e un bebè è pronta per assistere al nuovo episodio di Kunkun, una telenovela in lingua indiana di rara pesantezza intervallata da kilometri di pubblicità della quale la famiglia non perde un fotogramma. Ci troviamo spaesati a pensare che tre giorni prima cenavamo raccolti davanti ai focolari con gli yak che pascolano fuori.
Oggi dopo una colazione con muesli, latte e mele che sono la ricchezza gastronomica della valle, cominciamo la marcia verso sud. Ormai si è capito l’andazzo, le tappe non sono più segnate dai dislivelli ma dai kilometri, quindici o venti al giorno. Il sentiero si sposta dai saliscendi sui fianchi della valle costellata di frane alle distese di ciottoli tondi sul letto del fiume; le indicazioni non sono il massimo anche perché credo che ad ogni monsone il tracciato delle piste venga rinnovato; ancora una volta siamo finiti a camminare sul versante meno battuto in cui ti devi arrangiare tra i guadi degli affluenti e i piccoli e grandi smottamenti del sentiero.
Ora siamo a Kalopani, tutto case di mattoni bianchi, mangiando qualcosa sul tetto senza ringhiere dell’Everest Lodge. A Sud tra le nuvole è spuntata finalmente anche la vetta dell’Annapurna I.
7 Novembre - mattina
Giù per la valle che si stringe fino a diventare una gola con le frane, gigantesche, come morsi nella montagna. Poi scopriamo lungo il sentiero le simpatiche piante di marijuana, a volte dei veri e propri alberi; non possiamo sottrarci dal prelievo di cannabis himalayanis.
A Ghasa, al New Florida lodge con i suoi deliziosi giardinetti interni, le comitive di trekker attempati, la maschera di Gompo che veglia attaccata alla finestra della camera, la televisione nella sala da pranzo che trasmette i balli della festività nazionale con una nenia immutabile che dura ore; i nepalesi incantati davanti allo schermo.
7 Novembre - sera
Vuol dire –acqua calda-, qui ci sono le sorgenti termali e domattina andremo a farci anche noi il bagno terapeutico prima della colazione. Ed è anche pieno di botteghe di artigianato tibetano, sciarpe, borse, gingilli, statuette e T-shirt con la mappa stampata del circuito dell’Annapurna. Per arrivare fino a qui ancora grandi frane lungo la valle e i lunghi ponti sospesi dei primi giorni.
Stiamo scendendo di quota e tornano le palme, i banani, i bambù, le grandi stelle di natale e, solo a detta della guida, le scimmiette entello.
PICCOLA PARENTESI SUL CANE HIMALAYANO
Il quadrupede miglior amico dell’uomo in linea di massima in Nepal non fa una minchia dalla mattina alla sera; passa le ore sbracato sul lastricato davanti casa tendenzialmente in mezzo alla strada e solo di rado al passare della carovana di asini solleva il suo lobo auricolare peloso. A bassa quota prevale il modello pastore a muso corto dal colore nero con le rifiniture castane.
A quote elevate prevale il modello infeltrito a pelo lungo e sporco intrecciato in grossi dread che raccolgono dal suolo ogni tipo di impurità, dalla polvere alla cacca di yak.
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