sabato 19 dicembre 2009

9. Nepal 2003 - diario di un viaggio - Thorung La

3 Novembre - alba

Thorung Phedi 4550 m

Ore 5:10am , fuori è buio. Stellata spettacolare. Non è stato facile dormire, la quota accelera il metabolismo, senti il cuore che batte più forte, forse è anche l’emozione. Fra quattro ore saremo sul passo. L’alba ce la vedremo chini sotto il peso degli zaini. Si parte.


Il freddo mi morde le ultime due dita della mano stretta sull’impugnatura del bastoncino. La frontale sopra il cappello calato a coprire le orecchie illumina il metro di sentiero davanti ai piedi, surreale. Bastone destro avanti, piede sinistro avanti, bastone sinistro, piede destro; respira.

L’alba schiarisce le cime innevate del Gangapurna e dell’Annapurna III, 10 minuti dopo spengo la frontale. Il sentiero sale ripidissimo su per il ghiaione, ogni 100 metri una sosta in piedi o seduti su un sasso che sta lì da mille anni, tra mille anni chissà. Quando le pulsazioni aumentano inspiri più forte e ti sembra di avere più bisogno d’aria di prima, allora rallenti il passo, muovi il piede quasi a rallentatore mezzo scarpone più avanti.

- due ore dopo

Thorung High Camp 4880 m

Arrivati quassù iniziamo a carburare, ci sono anche lunghi tratti in piano per ossigenare, poi il sole spunta da dietro il crinale, tutta benzina per il morale.

- un’ ora dopo

Snow Monkey Camp 5100 m

L’ultimo edificio prima del passo. Pausa in silenzio al sole. Autoanalisi, ok, sto bene.

- Francesca, ok? – ok, pochi minuti, si riparte.


Ci siamo quasi, il passo sarà dietro quella duna di pietrisco, sembra di vederlo; no, ce n’è un’altra, allora facciamo pausa; poi su per l’altra duna poi ci siamo..no! ce n’è un’altra, poi un’altra e un’altra; un martirio psicologico.

Poi lo vedi il colori delle giacche a vento, sono i trekker stretti in gruppo attorno alle bandierine del passo a fare le foto.

Siamo arrivati.

- ore 9:30

Thorung La 5416 m

Una comitiva di italiani ha preparato lo striscione “NOVEMBRE 2003 THORUNG LA 5416 m” per la foto di gruppo. Mi siedo sulle pietre. Comincia a girarmi la testa,un po’ di nausea, sete, bevo, che schifo l’acqua con l’amuchina. Francesca arriva due minuti dopo, stanca, sorride, va a fare delle foto, è una bella soddisfazione. Io non ho voglia di alzarmi, ancora nausea, me ne sto seduto a respirare profondamente; leggera inquietudine, improvvisamente ho voglia di scendere.

- Francesca, scendiamo..-

- Una foto insieme sul chorten del passo? -

- Ok, la foto. Poi scendiamo. -

Giù per l’altro versante, i bastoni allungati per la discesa, pietre a perdita d’occhio, neve & pietre. Inizia una discesa eterna; ogni metro verso valle e mi sembra di stare meglio, ci fermiamo a riposare le ginocchia e guardare il panorama e torna la nausea. Giù ancora per il sentiero ripidissimo, la valle aperta davanti agli occhi, tutto color terra, immensa desolazione; sullo sfondo compare il Dhaulagiri, il fratello maggiore dell’Annapurna, una piramide bianca sull’orizzonte.

Francesca ha fame, io per niente, in ogni caso il primo batthi è a quota 4200 e sembra non arrivare mai, ci chiediamo come fanno quelli che salgono da questa parte, pochi.

Al batthi Francesca mangia qualcosa, io ho qualche conato; qui si può anche dormire, ma io voglio scendere ancora.

Muktinath si vede laggiù a valle, quota 3800 continuiamo la discesa massacrante, sono a pezzi metto un piede davanti all’altro, niente soste fino a giù.

Alle tre del pomeriggio arriviamo sul selciato del paese, primo lodge sulla destra, Moonlight Hotel, dentro, mi butto sul letto, mi infilo nel sacco a pelo, sonno.

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